Ma a cosa serve?
A cosa serve leggere un libro?
A cosa serve parlare sui social?
Perdere tempo quando sta arrivando il peggio?
Serve. Siamo minoranza?
Siamo maggioranza: non elettorale, forse, ma una maggioranza di buon senso, che è il più diffuso degli slogan.
Che magari ha meno peso, perché il buon senso è più faticoso e richiede più tempo, ma non per questo dobbiamo rinunciarci.
Contrastare l’odio non significa essere buonisti o santi.
È rifiutare una dialettica basata sulla sopraffazione.
Per questo è qualcosa che si può imparare e che si può migliorare: con azioni pratiche e condivise, cioè mediante delle strategie.
Strategie per contrastare l’odio è un metodo per una rivoluzione gentile e leggera, una rivoluzione fatta con un sorriso e con la voglia di condividere.
È fatta nei gesti di tutti i giorni, che ci permettono di giocare la nostra partita contro l’odio, scegliendo di volta in volta quello più adatto o sostenibile, quello che più ci appartiene.
Sapendo che il superlativo di “buonisti” è “ottimisti”.
Strutturato in capitoli che alternano teoria ed esercizi, barzellette e poesia, film, quadri e pubblicità, Strategie per contrastare l’odio costruisce un ragionamento complessivo intorno all’odio e suggerisce come disintossicarsene concretamente.