Dei molti enigmi lasciati dall’antichità uno dei più affascinanti è quello relativo al culto misterico tributato in epoca romana al dio Mithra, di origine vedica-iranica. I segreti, rivelati unicamente agli iniziati di questi Misteri, non vennero mai messi per iscritto, e quindi gli studiosi non si possono avvalere di specifiche testimonianze letterarie, ma soltanto della copiosa iconografia mitriaca, peraltro estremamente difficile da decifrare.
Il saggio attento di Arcella si concentra sul mitraismo romano che viene presentato quale passaggio dall’epoca “mitica” a una fase di “anima cosciente”, quella di un’anima individualizzata, che cerca un rapporto intimo, personale e diretto col divino, attraverso la partecipazione ai Misteri.
Si tratta della Via Solare mitriaca calata nell’epoca di un nuovo orientamento delle coscienze, a partire dalle riforme spirituali e filosofiche affiorate in Oriente e in Occidente fra il VII e il V secolo a C.
Una Via Solare che è percorribile anche oggi – in forme e con modalità esperienziali adatte alla costituzione interiore e alla diversità del ricercatore spirituale contemporaneo – come “Via dell’anima cosciente”.