Il libro intende proporre una lettura non fideistica nè religiosa dei gesti cosiddetti “sacri” che hanno da sempre caratterizzato tutte le culture, gesti molto simili tra di loro nello spazio e nel tempo.
Dai raccoglitori di erbe sacre e medicinali di età minoica ai giapponesi monaci shogun, al dio che balla, Shiva, all’accabadora sarda, donna che dispensava la morte ai malati terminali, i gesti vengono narrati come elementi che accompagnano l’intero ciclo della vita.
Nascita, malattia, ascesi, follia, salute, magia, trascendenza e morte si snodano tra gesti danzati e immagini che, partendo dall’iconografia classica, conducono alla gestualità digitale dei nostri giorni.