Non è curioso il fatto che alcune personalità storiche abbiano suscitato una moltitudine di movimenti spirituali e religiosi, ciascuno dei quali presume di essere detentore della verità?
Se i loro insegnamenti fossero derivati da un principio unico, non dovrebbe essercene uno solo? I
loro precetti non dovrebbero esprimere uno scopo unico e comune a tutto il genere umano?
Perché non ipotizzare che questi dispensatori di verità abbiano comunicato lo stesso messaggio, declinato in maniera diversa secondo il contesto socioculturale e la maturità spirituale di coloro ai quali si rivolgevano?
In questo senso, se gli uomini non avessero male interpretato, deformato o falsificato i loro precetti, oggi avremmo un’unica espressione omogenea della Volontà divina.
È l’ipotesi proposta da Christophe Queruau Lamerie in questo studio rigoroso, frutto di una ricerca ventennale.
Per approfondire tale esaltante prospettiva, l’autore mette a confronto i punti di vista accademici e le grandi tradizioni religiose, assieme a racconti poco conosciuti della vita di questi maestri.
Le fonti ci restituiscono il fascino, troppo spesso occultato, della purezza dei loro insegnamenti che, lungi dal suscitare il dissenso, convergono semmai verso una verità e un’ambizione universali, centrate sulla virtù dell’amore esigente, sull’aspirazione alla bellezza, sul rispetto della natura, o sulla celebrazione della femminilità, ispiratrice dell’uomo.
In un momento in cui le tensioni interreligiose si inaspriscono, in cui l’intolleranza e l’ostilità si accaniscono contro chiunque non condivida la stessa fede, il lettore sarà confortato nello scoprire le ragioni di un rinnovato ottimismo.