Si narra che mille anni fa le streghe consigliavano alle genti di “portare le offerte alle rocce piantate nel terreno e agli alberi e alle sorgenti”.
In questo appassionante studio che mette a confronto linguistica, archeologia, arte e letteratura medievali, l’autrice svela tradizioni e lignaggi etimologici finora noti solo a pochi studiosi, dimostrando come gli antichi nomi poi stigmatizzati in “strega” avessero i significati di donna saggia, profetessa, divinatrice, guaritrice e sapiente.
Il testo parla delle “Donne che vanno in giro la notte con la dea”, sia che fosse nota come Diana, Erodiade o la “strega Holda”; di Wyrd, la tessitrice del destino; delle anziane che cantavano alle erbe; delle fate; delle politiche misogine che accesero i primi roghi; e di tutta la ricca cultura e tradizione pagana che per secoli la Chiesa ha cercato di distruggere.
L’autrice compie un’operazione unica nella sua complessità, in cui ricuce la tela dell’antica tradizione femminile in Europa
Indice:
- Capitolo 1 - Le tele del Wyrd
- Capitolo 2 - Wyccecræft
- Capitolo 3 - I nomi della strega
- Capitolo 4 - Le völur
- Capitolo 5 - Rune e Haliorunnas
- Capitolo 6 - Cailleachan, dísir e megere
- Capitolo 7 - Holda la strega e il suo seguito
- Capitolo 8 - I primi roghi di streghe
- Capitolo 9 - Völuspá