Lo sfruttamento istituzionalizzato e il massacro industriale degli animali hanno reso la questione animale un’urgenza politica inderogabile.
Attraverso un dialogo tra il noto sociologo Alessandro Dal Lago e due teorici e militanti antispecisti, Massimo Filippi e Antonio Volpe, questo volume si domanda se sia possibile arrestare le lame taglienti delle norme dicotomiche in cui siamo immersi, senza impegnarsi in una radicale decostruzione dell’umano e senza riconoscere che gli animali sono al contempo il centro e il “prodotto” principale dei meccanismi di animalizzazione che investono anche la stragrande maggioranza dei membri della specie Homo sapiens.
Se gli animali vivono, sentono e desiderano, come può essere inquadrata la loro incessante messa a morte se non nei termini di un genocidio legalizzato?