Dopo la seconda guerra mondiale la Sardegna, è diventata dipendente dal sistema delle merci industriali e ha perso, insieme a buona parte della sua economia agricola, la sovranità alimentare.
“Il nostro cibo” a partire dai danni ecologici, economici e sociali della modernizzazione agricola, prospetta gli orientamenti indispensabili affinché l’uso della terra per il bene comune e la sovranità alimentare dei suoi abitanti possano riprendersi.
Da quando, con la “crisi” del 2008, le retoriche dello sviluppo hanno cominciato a mostrare la loro inconsistenza e gli assetti occupazionali si sono avvitati in una spirale regressiva, è apparso evidente che quella delle attività primarie è la questione ineludibile per un futuro sostenibile della Sardegna e dei suoi abitanti, in una ritrovata collaborazione tra città e campagne.
La nascita di una nuova agricoltura contadina che aiuti i cittadini e le amministrazioni nel buon governo della terra come bene comune, è una scelta strategica decisiva per ridurre la dipendenza alimentare dalla crisi economica internazionale. Articolandosi in sette agili capitoli, il libro, arricchito da esperienze di singoli e reti di associazioni, è corredato di molti documenti fotografici.
Un contributo statistico firmato da due esperti di questioni economiche e lavorative dell’isola è un’importante verifica a base di dati oggettivi.