Marc Chagall è fra i pittori che ha ispirato il maggior numero di poeti, scrittori e critici militanti del Novecento.
Per questo Marc Chagall come nella pittura così nella poesia edito da Electa in occasione dell’omonima mostra inaugurata a Mantova il 5 settembre 2018, oltre a restituire le influenze e le contaminazioni artistiche e culturali che Chagall assorbì vivendo a Vitebsk, San Pietroburgo, Parigi e Mosca, racconta la fascinazione che il pittore russo esercitò su poeti, artisti, letterati dell’inizio del secolo scorso, attraverso una ricca raccolta di scritti, molti tradotti in italiano per la prima volta.
La pittrice Marevna descrive Chagall durante il suo soggiorno a Parigi (dove si trasferì nel 1910) come un personaggio del tutto a sé: “Estremamente seducente, sicuro di sé e pieno d’ambizione, abbandona molto presto il gruppo degli emigrati per avvicinarsi all’ambiente dell’avanguardia internazionale. I suoi amici sono scrittori progressisti come Apollinaire e Ricciotto Canudo e i cubisti di Montparnasse, vicini a Robert Delaunay”.
Sono gli anni in cui si iniziano ad individuare e a propagandare legami comuni tra le arti, ipotizzando un’unica ispirazione per la pittura, la letteratura e la musica. In questo clima nascono le poesie di Apollinaire ispirate alle immagini della pittura di Robert Delaunay e Chagall. André Breton, riconoscendo che Chagall aveva introdotto la metafora nella pittura, incluse le sue opere nella genesi del Surrealismo.
Breton afferma che egli aveva ispirato ad Apollinaire forse la poesia più libera di questo secolo, Attraverso l’Europa, a Blaise Cendrars la Prosa del transiberiano e a Majakovskij e Esenin “alti accenti parossistici”.
Inoltre Cendrars dedica a Chagall due poesie, dando inizio alla vasta letteratura sull’artista russo.