Pietro ha poco più di vent’anni e vive sugli alberi.
Ci è salito praticamente prima di cominciare a camminare, poi ha fatto della sua passione una professione e ora cura gli alberi monumentali di mezzo mondo.
Li scala, li studia, li ama, parla con i rami (e, giura, i rami gli rispondono). In queste pagine racconta che cosa succede in cima alle piante gigantesche dell’Australia, ma anche di quelle dei nostri giardini addomesticati, perché anche lì, senza che ce ne rendiamo conto, si consumano guerre e amori.
Ma questo libro non parla solo di piante.
Dalle altezze che frequenta per passione e per lavoro, Pietro guarda il mondo di sotto, quello di chi rimane a terra.
E ci spiega che cosa ci possono insegnare gli alberi, che cosa ci servirebbe per vivere con la loro calma e la loro capacità di adattamento e per trovare una nuova misura per il nostro tempo: “Le piante sono lente, molto lente per la rapidità delle nostre vite. E mentre noi, impazienti del mondo di sotto, siamo incapaci di pensare con la misura dei secoli, loro ci vedono passare, ci guardano e sanno”.