Ci sono cose tanto piccole, diffuse e banali da sembrare quasi trascurabili. Che ci siano o non ci siano, o che qualcosa cambi nei loro riguardi, che importanza può avere? In realtà attraverso di esse si può talvolta cogliere il segno di un cambiamento sostanziale e duraturo, che ha effetti di enorme portata per l’Umanità. Questo è proprio il caso del mirtillo.
Dopo un documentato excursus storico e botanico su quelli che erano frutti spontanei di una terra generosa, Henry D. Thoreau denuncia il processo di «privatizzazione» ormai in corso.
Le ampie estensioni di terreni e boschi comuni, regolati solo dall’avvicendarsi dei processi naturali, si stanno riducendo in modo drastico.
E non è più possibile raccogliere liberamente quei frutti deliziosi, perché coltivazioni specializzate e rivenditori limitano al massimo la possibilità di procurarseli in modo autonomo.
Tutto si è ridotto a una questione di soldi e di «utilità», senza più spazio per la bellezza e il contatto diretto con la Natura. Ma chi non prova amore per la Natura, non prova amore neppure per la propria vita e finisce per ammalarsi e morire. Perché la Natura fa ogni giorno del suo meglio per noi. Anzi esiste proprio per questo.