«Fumo, soltanto fumo».
Così ha replicato Giorgio Napolitano alle accuse di aver complottato a favore di Mario Monti, contro Silvio Berlusconi.
Questa è solo l'ultima in ordine di tempo delle fantasie evocate dal complottismo, l'arma più usata dai politici di qualsiasi colore per giustificare le proprie incapacità e ingannare l'opinione pubblica.
Il morbo complottistico è così diffuso che nessuno crede più a quel che vede e molti pensano davvero che siamo governati da forze imponderabili. Sono vere o false le versioni che dipingono Berlusconi come vittima dei giudici, Grillo & Casaleggio come agenti di una cospirazione internazionale, Monti come mandato dalla massoneria finanziaria, le ruberie dei partiti inventate dai magistrati e, viceversa, i magistrati ossessionati dal desiderio di tappare la bocca ai politici?
In questo libro, Teodori e Bordin rispondono raccontando per la prima volta una controstoria anticomplottistica della Repubblica, che smonta trucchi e abbagli della politica: dai comunisti, che ieri vedevano ovunque le forze oscure della reazione, ai democristiani, che inventavano golpe destabilizzanti solo per rafforzare il proprio potere; dalle cospirazioni eurocapitalistiche alla «bufala» della p2 ad opera del grande «pataccaro» Licio Gelli, dalle teorie sulla perfida mano americana al potere della mafia all'indomani dello sbarco alleato in Sicilia; dalla favola del «doppio Stato» a Gladio e Moro.
Persino il processo per la trattativa Stato-Mafia utilizzerebbe, scrive Massimo Bordin, «schemi logico-interpretativi propri delle cosiddette teorie del complotto». Sullo sfondo la realtà dell'Italia inquinata dallo «stile paranoico» di una politica degradata a teatro dei pupi, qui impietosamente messa sotto accusa.
Ma c'è dell'altro: il complottismo, che nasconde la mancanza di seri progetti politici, rischia di spingere ancor più al limite la democrazia italiana, già sull'orlo del baratro.