Il Focusing nasce più di cinquant’anni fa nel mondo della psicologia umanistica a opera del dottor Eugene Gendlin (collaboratore di Carl Rogers).
Focalizzare vuol dire mettere a fuoco una particolare forma di “sensazione corporea” che riassume la complessità di ogni nostro vissuto – il Felt Sense – il quale contiene molte più informazioni su di noi di quelle che già abbiamo in mente.
A un livello più avanzato, il Focusing permette di dialogare con i vari aspetti della nostra personalità e di conoscere le loro ragioni profonde: in questo modo energie prima bloccate tornano a fluire e l’armonia interiore viene ripristinata.
L’Autrice ha una visione originale in proposito: “Quelle che chiamiamo ‘Parti’ della nostra personalità sembrano piuttosto dei Programmi intelligenti che si sono sviluppati in milioni di anni di evoluzione per consentire al corpo fisico di vivere e interagire su questo piano materiale”.
Il Focusing ha un enorme potenziale, in buona parte ancora da esplorare, poiché riattiva la nostra capacità di accedere a campi di informazioni attraverso il “sentire-percepire” anziché il capire, quindi potrebbe essere di grande aiuto a scienziati e ricercatori di qualunque campo dello scibile umano, poiché aggiunge alla comprensione della realtà una percezione dall’interno, o “scienza soggettiva”, come la chiamò Gendlin.
Il testo in appendice di Roberto Tecchio è un esempio straordinario di come un evento traumatico come l’ictus possa essere costruttivamente vissuto e integrato grazie al Focusing e, in questo caso, addirittura trasformarsi in una esperienza spirituale.