Pochi mesi dopo la premiazione agli Oscar di Rosemary’s Baby, la moglie incinta del regista Polanski, l’attrice Sharon Tate, e altre quattro persone vengono barbaramente uccise.
Siamo nell’agosto del 1969. La polizia non scopre nessun movente, se non apparentemente le tracce di un rituale satanico. Due giorni dopo, stessa sorte capita a una coppia di facoltosi coniugi di Los Angeles. Il terrore s’impadronisce della California. Nessuna pista – gioco, droga, vendetta – porta a risultati concreti. Solo un caso porta alla verità.
Gli assassini sono dei giovani cittadini statunitensi (con una forte componente femminile) che da un paio d’anni conducono una vita errabonda nel Topanga Canyon sotto la guida di Charles Manson.
Sempre ai margini della legge, più volte arrestati, questi giovani avevano dato vita a una comune dai costumi liberi, strettamente coesa intorno al suo leader, cui tributavano un’obbedienza e un’adorazione totali.
Che cosa abbia potuto trasformare questi giovani hippie in una banda di assassini e quali fossero le cause dell’ascendente di Charles Manson – un personaggio inquietante che di volta in volta si proclamava Satana e Cristo, che aveva avuto un’infanzia terribile ma che era anche un musicista vero tanto da ispirare Dennis Wilson, fondatore dei Beach Boys – è quanto Ed Sanders si propone di spiegare in questo libro.
Costato diversi anni di lavoro sul campo, fatto di ricerche, interviste, viaggi, pericolosi appostamenti e travestimenti, nonché la consultazione di migliaia di pagine di documenti giudiziari, questo libro riesce a ricostruire perfettamente il clima di quegli anni e le pulsioni più oscure dell’America.
È giustamente considerato il capolavoro assoluto del genere True Crime, base del prossimo film di Quentin Tarantino.