Vivendo nell’epoca della parola scritta e delle immagini, è difficile comprendere società del passato immerse nella dimensione dell’oralità, del sacro e del simbolico. Per l’uomo contemporaneo è poi impossibile accettare il fatto che alcune fra esse fossero decisamente evolute.
Eppure la civiltà celtica fu esattamente questo, anche se il suo progresso non va misurato sul piano della tecnica, dei diritti individuali o della ricchezza materiale, ma sulla base della Tradizione, di un corpus di valori tramandato per via iniziatica, da maestro a discepolo: valori molto diversi, ad esempio, da quelli cristiani, visto che la distinzione tra bene e male era sconosciuta e le categorie di vero e falso erano sinonimi di equilibrio e caos.
Questo agile e documentato volume presenta in forma sintetica, ma esaustiva, gli aspetti più interessanti di tale tradizione – le sue origini nell’estremo Nord, il druidismo, la credenza negli stati multipli dell’Essere, gli ogham, le varie forme di medicina, i concetti di tempo, sacrificio, eternità, fino alla nozione fondamentale di sovranità –, in un costante raffronto con la cristianità del Nord Europa e senza trascurare il recente, ma piuttosto vitale, fenomeno del neopaganesimo di ispirazione celtica.
Completano l’esposizione un ricco glossario e appendici dedicate alle armi simboliche, ai talismani e alla musica.