In sintonia con i teorici californiani della new economy, Lester C. Thurow, economista influente, ha sostenuto che proprio nell’economia vada cercata la soluzione che ci sbarazzi dal carattere letalmente insipido dei tempi correnti, per la precisione nella new economy resa possibile dalle nuove e profonde scoperte scientifiche e innovazioni tecnologiche.
Tutto ciò aprirebbe la via ad generazione di nuovi e identificabili costruttori di imperi economici (in altre parole è il capitalismo che si ridà un volto, modello Microsoft – Gates ), alle cui lotte e vicende la gente possa appassionarsi, ritrovando così un “mondo incantato” Il riferimento storico al quale l’economista ammicca, è la fase della storia americana della seconda metà dello ottocento, che vide uomini “provenienti dal nulla”, arrivare alla posizione di magnate : Daniel Drew, Cornelius Vandelbilt, Andrew Carnegie, John D. Rockefeller, ecc.
Sono questi uomini che incarneranno, agli occhi degli uomini del nuovo mondo, l’ideale del self made- man, parte integrante dell’American dream, la religione civile che unisce tutti gli americani.
Dopo un fase critica dell’operato dei magnati, le posizioni attuali dominanti in fatto di storia economica riprendono sostanzialmente le tesi correnti durante la guerra fredda, secondo le quali senza il genio di questi businnes men l’America non sarebbe diventata la prima potenza industriale, nonostante le immense risorse. Il businnes, si teorizza, è in realtà una forma d’arte, l’arte specifica del popolo americano.