Questo breve romanzo appartenente alla belle époque russa venne pubblicato per la prima volta in Russia con il titolo di Kinemadrama per rendere note le idee di Ouspensky sul ricorrere degli eventi esterni.
Il protagonista Ivan Osokin a causa del fallimento della propria esistenza si ritrova a considerare l’idea del suicidio come modo per uscire dal circolo vizioso degli errori ricorrenti. Tuttavia, gli viene data l’opportunità da un mago di tornare indietro nel tempo all’età di quattordici anni per poter cercare di riuscire così a modificare gli eventi e in meglio la sua vita.
Scoprirà però che tutto ciò non è possibile, che non può non ripercorrere ogni passo, sentendosi così impotente e ritornando al punto di partenza. Proprio il percorrere della vita dimostra quanto l’arbitrio umano non sia libero ma servo, ma proprio la scoperta di quanto Osokin sia legato ad ogni passo gli fa avere l’intuizione di come potrebbe slegarsi e la necessità di essere in contatto con qualcuno che abbia un altro tipo di conoscenza, in grado di trasformare l’essere di un individuo.
Questo contatto, per Ouspensky, avvenne nel 1915 quando incontrò G. I. Gurdjieff che da quel momento divenne il suo Maestro. Ouspensky sottolinea che ogni cosa non può continuare sempre lungo una linea retta, ma è destinata ad ascendere o discendere.
E l’ascesa, ovvero l’evoluzione, è possibile solo attraverso l’accettazione dell’aiuto di un lavoro di scuola. Per questo il mago parlerà alla fine delle condizioni per arrivare al cambiamento mettendo Osokin di fronte alla scelta di continuare la vita di sempre o il tentativo di cambiarla seguendo l’insegnamento all’interno di una scuola.