Il Fedro (in greco antico: Φαῖδρος, Phâidros), scritto da Platone probabilmente nel 370 a.C., è un dialogo tra due personaggi, Socrate e Fedro. Il dialogo è composto da tre discorsi sul tema dell’amore che servono come metafora per la discussione del corretto uso della retorica.
Esse comprendono discussioni sull’anima, la follia, l’ispirazione divina e l’arte.
Il dialogo riguarda l’uso e il valore della retorica in connessione con l’educazione e la filosofia: sullo sfondo, a fornire il fondamentale inquadramento concettuale, permane il sistema delle idee e il metodo corretto per pervenire alla conoscenza della verità e per comunicarla.
Fedro, un giovane ateniese appassionato dell’arte del discorso, incontra Socrate e con lui inizia a discorrere di retorica, mentre i due si recano fuori di Atene, nella valle dell’Ilisso, a est della città. Il luogo offre a Platone lo spunto per produrre una delle descrizioni ambientali più belle di tutta la letteratura greca.
In questo scenario di grande tranquillità e bellezza, Fedro racconta a Socrate di aver appena ascoltato un discorso, di cui ha la copia con sé, che l’oratore Lisia ha composto sull’amore, in particolare sull’opportunità di concedere i propri favori a chi non è innamorato, piuttosto che a chi lo sia.
Socrate ascolta il discorso lisiano che Fedro legge e lo trova apprezzabile dal punto di vista della tecnica oratoria, ma scorretto nei presupposti metodologici e la tecnica perde di valore se non è sorretta dalla saggezza del pensiero.