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In seguito alla pubblicazione nel 1905 di Eretici – una raccolta di saggi in cui l’autore attacca con stile brillante e corrosivo i dogmi della sua epoca – G.K. Chesterton fu sfidato dalla critica a indicare quale fosse la propria visione del mondo.
Tre anni più tardi, nel 1908, diede alle stampe Ortodossia. In quest’opera, ricchissima di idee e di suggestioni, lo scrittore inglese esprime la sua incrollabile fede cristiana, di cui argomenta con rigore, ma senza rinunciare al gusto per il paradosso, l’assoluta ragionevolezza.
Tutte le obiezioni e le accuse che vengono di norma rivolte al cristianesimo sono affrontate con schiettezza, discusse e infine puntualmente rovesciate.
Il risultato, spesso sorprendente, è la dimostrazione che anche i punti più astrusi della dottrina colgono una verità profonda dell’essere umano. In particolare, nel cristianesimo l’autore individua un insieme di valori spirituali e morali in grado di difendere l’uomo da ciò che, minando la bellezza e la santità della vita, lo rende infelice: le ingiustizie del capitalismo, le teorie materialiste e deterministe (in particolare l’evoluzionismo), le eresie del passato e del presente.
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