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La fede religiosa non basta a comprendere la Bibbia.
Occorre piuttosto un ampliamento degli orizzonti per arrivare al cuore della Genesi, alla sua origine e al suo significato.
È un ampliamento appassionante: include rivoluzioni spirituali che scossero l'antico Egitto; la nascita della filosofia; e anche un misterioso Oltremare, che Platone chiamò Atlantide e che era in realtà un "passaggio a sud-est", una congiunzione tra Egitto, Grecia, Palestina e India. L'autore della Genesi è il punto d'unione di queste correnti profonde. Si dice che quell'autore fosse un principe esule e terrorista, Mosè (che in egiziano significa "il bambino"): quale che fosse il suo nome, Igor Sibaldi ne ricostruisce la personalità e gli intenti.
Traduce e narra in modo nuovo, e con estrema precisione, la storia di come Mosè scoprì il suo Dio, le dinamiche della Creazione e quei potenti rituali iniziatici che furono la costruzione dell'"arca" e il Diluvio.
Dal testo ebraico della Genesi emergono elementi sorprendenti: i duelli tra la Divinità e la mente umana, l'evoluzione dell''adam (che non è semplicemente un uomo), la nascita di Eva (che non è una donna), la liberazione dall'Eden (che non è affatto un giardino di delizie), l'accesso alla dimensione della sapienza assoluta, in cui "Mosè" guida affettuosamente i lettori. In questa sapienza si scorgono inoltre anticipazioni apparentemente inspiegabili: intuizioni sulla psiche, sulla materia e sull'energetica, che oggi - a più di tremila anni di distanza - ritornano nella nostra astrofisica, nella chimica, nella biologia, nella linguistica. In confronto alla Genesi, così ricostruita e restituita nella sua autenticità, le consuete credenze religiose sembrano superstizioni, spesso addirittura equivoci determinati da gravi ragioni, gravi traumi storici, da cui oggi è urgente liberarsi
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