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La parola anima, nell’attraversare i più svariati sistemi di pensiero (filosofico, religioso, antropologico, psicologico) genera una serie di equivoci in cui si nascondono vertiginose variazioni di significato. ...da Platone, che gioca l’anima su un doppio registro, coniugandola da un lato con la costruzione della ragione e il governo di sé, dall’altro con l’abisso della follia e la dissoluzione dell’individuo.
Da allora in poi questi due registri non hanno cessato di condizionare la costruzione dei saperi, sempre insidiata sul piano teorico dalle oscillazioni delle opinioni e sul piano pratico dalla vertigine delle passioni...
Ogni nuova parola della ragione non è possibile SE NON LIBERANDO AD OGNI ISTANTE I FRAMMENTI DI UNA SEGRETA FOLLIA. Da Umberto Galimberti: “Gli equivoci dell’anima”.
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