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Otto reportage giovanili e inediti, concisi ed estremamente vivaci, che ruotano intorno alle due “stelle nere” dell’epoca: Kwame Nkrumah (Ghana) e Patrice Lumumba (Congo-Zaire). Chinua Achebe, famoso scrittore africano recentemente scomparso, diceva che, finché i leoni non avessero avuto i loro storiografi, la storia della caccia sarebbe stata solo una celebrazione del cacciatore. Ebbene, in questi reportage dei primi anni sessanta, Kapus´cin´ski descrive l’Africa e gli africani dal punto di vista dei leoni e non dei cacciatori. E lo fa con la freschezza e l’entusiasmo di chi è agli inizi della carriera, ma già con l’occhio e il talento dello scrittore che anni dopo si misurerà con la prosa de Il Negus. Questa edizione è arricchita da alcune note a piè pagina e da una postfazione di Bogumił Jewsiewicki, indispensabili a chiarire il contesto storico del Ghana e del Congo all’epoca del soggiorno dello scrittore polacco. Il testo è corredato da dieci foto scattate da Kapuściński ad Accra tra il 1959 e il 1960.
“A dare colore ai quartieri bianchi provvedono le gentili signore, spose dei coloni. Anche loro si sono evolute: abbandonati gli impieghi di cassiere e modiste, ora si occupano della casa. Spaparanzate sul divano, si spalmano il viso di crema antirughe e comandano la servitù. Una servitù numerosa, dalle sei alle dieci persone e, ahimè!, interamente nera.
Quella della colona è una vita dura: deve pensare a tutto lei, perché i neri sono stupidi. Non ricordano mai da che parte del piatto va messa la forchetta e ci vuole una bella fatica per addestrarli.”
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