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Per Carroll le chiese cristiane hanno fallito nel loro compito fondamentale: continuare a raccontare la loro storia fondativa in un modo che sappia parlare alla loro epoca. Questo saggio ribalta la tradizionale nozione cristiana di Gesù, quella del buon pastore, del Signore e Salvatore.
Carroll riprende la vita di Gesù così come è narrata da Marco nel primo dei quattro Vangeli, e ce ne presenta un’immagine inedita: lo straniero misterioso, l’individuo solitario e abbandonato. Il Gesù "esistenziale" non si interessa al peccato o all’aldilà. È contro la Chiesa, contro la famiglia, le gerarchie e le comunità.
È un maestro che ha se stesso come unico allievo, che lancia segnali enigmatici e invita il lettore a chiedersi insieme a lui: chi sono io? Il libro di Carrol si divide in due parti: oltre a ripercorrere sulla scia di Marco le tappe della vita di Gesù, analizza alcune delle figure chiave come Pietro, Giuda, Maria Maddalena e Pilato.
Carroll identifica in Gesù un pilastro della cultura occidentale, ma lo fa disattendendo tutte le aspettative e le concezioni tradizionali: al lettore sembrerà di sentire questa storia per la prima volta.
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