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Dio non è affatto morto, o se lo era è ormai nel pieno della sua rinascita, in Occidente come in Oriente. Di qui l’urgenza, secondo Onfray, di un nuovo ateismo argomentato, solido e militante. Un ateismo che non si definisca solo in negativo, ma si proponga come nuovo e positivo atteggiamento nei confronti della mia vita, della storia e del mondo. L’ateologia (il termine è mutuato da Bataille) deve in primo luogo avanzare una critica massiccia e definitiva ai tre principali monoteismi, poi proporre un deciso rifiuto dell’esistenza del trascendente e promuovere finalmente, dopo millenni di trascuratezza, una cura per “il nostro unico vero bene: la vita terrena”, il benessere e l’emancipazione dei corpi e delle menti delle donne e degli uomini.
Ottenibile solamente attraverso una “decristianizzazione radicale della società”. Un libro di grande potenza e leggibilità, che continuerà a far discutere e ad appassionare migliai di lettori, infastiditi dalla retoricare filoreligiosa e neospiritualista che domina negli ultimi anni il dibattito intelluttuale e politico italiano. Trattato di Ateologia ha ottenuto un successo straordinario in Francia e in Italia ed è stato tradotto finora in diciotto paesi.
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