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er Wendell Berry tutto nasce dalla terra.
Lì hanno origine le nostre possibilità di vita e le ragioni esistenziali più profonde. E lì nasce la passione che lo spinge a riflettere sulle devastazioni dell’ambiente e l’arroganza del potere economico. Aziende e corporation di dimensioni globali continuano a chiederci di ignorare l'evidenza, supportandole nel tentativo di abbattere quei limiti naturali che permettono di vivere e lavorare con coscienza all’interno di una comunità. Ci hanno fatto credere che tutto fosse sacrificabile sull’altare del progresso: i danni prodotti da questa mentalità sono sotto gli occhi di tutti, ma c’è ancora spazio per la speranza. Per usare le parole di Berry: «La devastazione non è necessaria e non è inevitabile, a meno che la nostra remissività non la renda possibile». Per impedirla dobbiamo opporre all’informazione arida e tendenziosa del potere un linguaggio diverso, più ricco e reale.
Nei testi presentati in questa raccolta Berry parla di conoscenza, dell’importanza di mantenere vivi i saperi che rischiano di andare perduti e una lingua e una cultura variegate, della necessità di riprendere contatto non solo con la natura ma con gli altri uomini. La posta in gioco è molto elevata: accettare la distruzione delle nostre comunità, dei paesaggi e dei luoghi che abitiamo significherebbe accettare di perdere parte della nostra memoria, e dunque di noi stessi, rinunciando a una parte del nostro futuro.
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