Un linguaggio cifrato che risale alla notte dei tempi, un sistema di valori con cui società egualitarie hanno tramandato la loro cultura incidendolo sui corpi delle donne
I tatuaggi della Dea, dove l’archeologia e l’esame critico dei classici si incrociano con l’antropologia storica, esamina sculture, statue stele, dipinti e manufatti che restituiscono immagini di donne tatuate con gli evidenti segni del sacerdozio e della leadership militare e politica. Pur presenti in civiltà di tutto il mondo, tali segni sembrano appartenere a un’unica matrice, ovvero a tribù caucasiche, matrifocali, egualitarie, in perenne conflitto con le società dell’impero greco e romano. Trasformandosi in segno di identità, il tatuaggio si è conservato per millenni, diventando un simbolo di fede alla Madonna, l’altra faccia della Dea, e arrivando fino al secolo scorso. Se ne ritrova ancora traccia nei laboratori di tattoo della Madonna Nera di Loreto, così come sulle braccia delle donne di montagna balcaniche, greche e croate. Il libro contiene oltre 200 immagini di tatuaggi femminili.
Indice:
Prefazione
Parte Prima - Gli antichi popoli dipinti
- Capitolo 2 - La preistoria
- Capitolo 3 - I tatuaggi della steppa
- Capitolo 4 - I traci: La dea del drago dalla faccia tatuata
- Capitolo 5 - Il lungo cammino delle tribù tatuate:i Dauni e i Celti
Parte Seconda - Quello che è arrivato fino a noi
- Capitolo 6 - Il tatuaggio della Madonna
- Capitolo 7 - Il tatuaggio balcanico: sulle tracce dell'antica Dea
Appendice Pigorini
Bibliografia