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In questi due saggi, tratti dal volume La dialettica del Cristianesimo (1948), Tanabe Hajime intraprende un’appassionata analisi del rapporto tra il pensiero buddhista e la fede cristiana. Concetti fondamentali come quelli del ritorno “da Paolo a Gesù”, del “nulla eppure amore”, dell’unità triadica dell’amore e dell’interpretazione esistenziale della morte-risurrezione, sono solo alcune delle nozioni che egli elabora a partire dalla dialettica della mediazione assoluta, una dialettica in cui tutte le cose sorgono e si costituiscono attraverso la loro reciproca negazione e affermazione. Il “Nulla assoluto” assume ora i contorni religiosi-filosofici della conversione di sé, o dell’autoconsapevolezza religiosa, che tenta di sintetizzare al suo interno le verità delle religioni storiche dando così vita a una simbiosi creativa tra Cristianesimo, marxismo e buddhismo giapponese.
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