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Dato che Gurdjieff sosteneva che la sessualità fosse vitale per l’evoluzione spirituale e dato che Reich è stato l’unico ricercatore ad averne stabilito la natura, mi è sembrato naturale integrare le loro conoscenze al fine di comprendere la relazione tra sessualità ed evoluzione della coscienza".
"Possiamo avere dei pensieri amorevoli per tutto il tempo che vogliamo, ma sentirli costantemente è tutta un’altra questione. Un organismo pieno di sentimenti inespressi come rabbia, tristezza, struggimento, ansia e impulsi sessuali perversi non potrebbe nemmeno lontanamente sentire con tutto il proprio essere un amore di tale portata.
Per diventare in grado di raggiungere una tale condizione credo sia necessario aver disgregato sufficientemente la corazza. Tutto questo, però, implica innanzitutto la capacità di amare una persona in maniera totale, prima di riuscire a estendere tale sentimento a tutti gli esseri. È piuttosto semplice limitarsi a sognare o a fantasticare di amare tutte le cose esistenti che ci circondano; il Tutto è un concetto astratto, perché non viene da noi a lamentarsi quando è di cattivo umore o quando si ammala, o quando necessita di affetto e, per di più, non muore mai. Amare l’idea del Tutto non comporta struggimenti, non richiede pazienza, non ci chiede di imparare a sopportarne le manifestazioni negative. Amare qualcuno in particolare, invece, comporta una fusione bioenergetica, perché apre alla piena pulsazione e al libero flusso di energia orgonica e rende le cellule dei nostri centri sature di quelle impressioni di unità derivanti da tale stato, le stesse impressioni che danno origine al sentimento religioso e alla sacralità di ogni cosa vivente".
David Brahinsky
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