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«Una storia straordinaria e un personaggio straordinario». È il commento di Tullio Kezich su Ernst Bernhard, lo psicoterapeuta di Federico Fellini, che seppe rovesciare il suo destino di uomo perseguitato e colpito da dolorose tragedie familiari, divulgando il pensiero di Jung nell’Italia del dopoguerra e diventando il terapeuta delle menti migliori di quella generazione. In questo libro viene pubblicato per la prima volta il commento di Bernhard a I Ching, dettato nel 1959 all’allieva Carla Vasio, disseminato di perle gettate con tiro secco e sicuro. Al lume dell’antica saggezza dell’alternanza Bernhard ci insegna a vivere l’incertezza come momento vitale, creativo. Altre sue riflessioni sull’antichissimo libro divinatorio cinese sono state registrate da Silvia Rosselli o tratte dalle lettere alla suocera Marta Friehlander.
Luciana Marinangeli accompagna il testo con una accurata ricostruzione del contesto storico e filosofico nel quale si svolse la vita di Bernhard. «Un individuo insolito che si occupa di cose insolite», diceva Bernhard di se stesso. Utilizzò ad esempio I Ching come aiuto diagnostico per i suoi pazienti, dandone una interpretazione del tutto nuova. «In ogni cosa c’è un tempo per andare e uno per fermarsi, come c’è il giorno c’è la notte». Una saggezza allo stesso tempo biblica e taoista, che può salvarci dal tempo convulso e tormentato in cui viviamo..
Ernst Bernhard (Berlino 1896 - Roma 1965), pediatra e psicoterapeuta, si discostò presto dal pensiero di Jung, dandone una interpretazione orientata al Tao e alla ricerca del destino individuale. Perseguitato dai nazisti, si rifugiò in Italia, ma nel 1940 fu rinchiuso in quanto ebreo in un campo di internamento fascista. Liberato per l’intervento di Giuseppe Tucci, riprese la sua attività di psicoterapeuta nel dopoguerra ed ebbe un ruolo determinante nella diffusione in Italia della psicologia analitica e della cultura mitteleuropea. Suoi scritti sono la Mitobiografia (Adelphi 1969) e Le lettere da Ferramonti (Nino Aragno 2011).
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