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Jalal al-Din Rumi fa parte, assieme a Hakin Sana'i e Farid al Din Attar, della grande triade di poesti persiani attivi tra la fine del XII e l'inzio del XIII secolo, triade che ha donato al mondo la bellezza della poesia persiana unita alla tensione mistica del Sufismo.
Il Divan (il cui titolo completo è Divan-e Sams-e Tabrizi) è un lungo canzioniere, formato da circa 3.200 strofe chiamate ghazal e composto in onore del suo Maestro, Sams di Tabriz, in memoria del quale Rumi istituirà la pratica mistica dei dervisci rotanti.
Questa ricchissima raccolta poetica, scritta probabilmente tra il 1245 e il 1250, canta l'arrivo di Sams a Konya, la forza della sua presenza, la profondità dei suoi insegnamenti (improntati all'abbandono dell'io e all'estasi dell'immersione in Dio, descritta attraverso la metafora dell'ebbrezza) e il rapporto tra maestro e discepolo, celebrato sullo stesso tono delle poesie d'amore della letteratura persiana dell'epoca.
Oltre ad essere un toccante canto d'amore e di gratitudine, le strofe del Divan descrivono accuratamente il lavoro interiore e il percorso spirituale dei cercatori che seguono la via del Sufismo.
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