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Nato dalla comunione di tre menti curiose, mai sazie di conoscenza, e da una ricerca attenta ed approfondita durata più di tre anni, “la Frutta che Paradiso” è un testo complesso ed articolato, che si sviluppa su più livelli accompagnando il lettore in un cammino ricco e meraviglioso, dove le scoperte scientifiche più recenti, lungi da porsi come antagoniste, acquistano il ruolo di garanti della filosofia naturale. L’alimentazione, come legame con le energie che attraversano il pianeta, è il filo che unisce ed avvicina l’uomo alla Terra ed alle creature che la abitano. La vita, nel suo continuo divenire, è trasformazione, come trasformazione è l’opera compiuta attraverso la fotosintesi: la luce solare diviene energia vitale, a noi trasmessa sotto forma di frutto, dolce e succoso. Cibarsi di questo frutto è vita. In quest’ottica nutrirsi della morte è un po’ come morire noi stessi.
Le argomentazioni si susseguono in un continuum logico e razionale, che prendendo i primi passi dalla storia più antica, percorrono le ere fino ai giorni nostri, sfiorando nozioni di fisiologia ed anatomia comparata, descrivendo in modo articolato ed approfondito le varie diete vegetariane e naturali, mostrandone i vantaggi e gli svantaggi, persino i grossolani errori.
Gli autori, raccontando le trasformazioni subite da loro stessi percorrendo il cammino della scoperta, si fanno testimoni dei risultati ottenuti e ci mostrano, prendendo in considerazione i problemi comuni che affliggono la maggior parte della popolazione, come un’alimentazione naturale, possa dare le risposte che la medicina moderna non può o non vuole dare.
Tenendo il lettore per mano, Diego, Lorenza e Claudio gli mostrano come compiere una transizione alimentare indolore, mettendo a nudo le argomentazioni contrarie e sfidando quella parte della comunità scientifica che, per dolo od ignoranza, si ostina a difendere uno status quo ormai riconosciuto letale. Pur non avendo nessuna connotazione politica, le parole di quest’opera non sempre riescono a nascondere lo sdegno per come interessi economici di incredibile portata abbiano condizionato le abitudini alimentari della popolazione umana, anche attraverso l’aiuto dei media e di uomini di scienza completamente privi di scrupoli e di senso civico.
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