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Un insegnamento spirituale è come un seme da lasciare fermo in attesa che appaia il momento giusto perché germogli.
Resta sospeso nel tempo in attesa. Nel frattempo si sceglie il luogo, si pubblica l’informa zione e i partecipanti cominciano ad ascoltare quella voce e a rispondere radunandosi. Ogni volta posso percepire la qualità di quel seme, posso percepirlo quieto, sospeso nel tempo, in attesa del momento giusto per manifestarsi: quello in cui tutti entriamo nella sala di meditazione.
Solo allora si schiude, solo allora tutti ne diventiamo parte. È una pratica di ascolto. Come un giardiniere che segue il seme, anche io seguo la mia voce interiore che accoglie tutte le altre voci, sonore o silenziose, che si manifestano intorno a me, le voci di tutti noi. E conosco chi ho davanti dall’ascolto delle mie stesse parole. E allora tutti insegniamo insieme.
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