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Questo secondo volume di testi classici a cura di Georg Luck riguarda in primo luogo la Divinazione. Alle sue origini stava quel fenomeno immenso che fu l'oracolo di Delfi, cuore della vita religiosa e sociale greca. A Delfì, Apollo parlava attraverso la voce folle e precisa della Pizia: quanta parte di quella voce - si chiedevano gli antichi - apparteneva al dio e quanta parte alle divinità ctonie e a Dioniso, che a Delfi era sepolto? I Greci e i Romani fissavano costantemente il cielo: il dio parlava in tutti i modi - nel fruscio delle foglie di una quercia, negli uccelli, nei sogni, nelle sorti, nei polli sacri, nelle acque, nei brividi, negli starnuti, nel fuoco, nell'incenso, nella farina, nei cristalli -, così che, intorno all'irradiazione del sacro, si formava una scienza meticolosa, che lo sguardo di uno spirito ironico poteva trasformare in una farsa divertentissima. La seconda parte del libro riguarda l'Astrologia antica, che trovò la sua sistemazione in Egitto. La mente devota fissava gli astri, e a partire da loro studiava i rapporti fra le diverse parti dell'universo, fino alle vite, ai destini e alle psicologie umane. "Chi potrebbe conoscere le cose celesti" diceva Manilio "se non per concessione celeste, e chi giungere alla scoperta di Dio, se non colui che è parte del divino?" Anche l'Alchimia cercava di portare il microcosmo in stretta relazione con il macrocosmo: tentava di trasformare in oro i metalli più vili, di creare un elisir della giovinezza e un homunculus; e queste ricerche erano accompagnate da una purificazione dell'anima, "Non realizzerai mai l'Uno, se tu stesso non diventi l'Uno" diceva una massima. Con straordinaria competenza e chiarezza, che rende il suo volume accessibile a tutti, Georg Luck ricostruisce, in Arcana Mundi, la vita segreta e profonda del mondo antico.
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