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Le anoressie, le bulimie, i disturbi alimentari, le dismorfofobie, le modificazioni volontarie corporee, le pratiche di piercing e tatuaggio, gli atti autolesivi, certe pratiche estreme di body art sono comportamenti sempre più diffusi nella nostra società e fonte di crescente allarme sociale.
Le sole ragioni estetiche, sociali o culturali non sono sufficienti di fronte a fenomeni così inquietanti che ci mostrano come il corpo, il nostro corpo, possa diventarci così estraneo, alieno o addirittura nemico, al punto tale da spezzare il senso profondo della nostra identità, quello che siamo e sentiamo di essere. Il nostro sé è embodied and embedded, come convergono ad affermare neuroscienze, scienze cognitive, filosofia della mente e psicopatologia.
La psicoanalisi nei suoi sviluppi più attuali, soprattutto la concezione della mente di Bion e delle prospettive che essa apre, permette un vertice osservativo nuovo dei fenomeni legati alla relazione corpo-mente diverso dalla patologia psicosomatica tradizionalmente intesa.
Il corpo è una presenza attiva che manda segnali, che si fa sentire; il suo riconoscimento mette in contatto con la realtà e rivela l'esperienza dell'io di fronte ai suoi bisogni, esperienza che può essere segnata da impotenza, angoscia, rabbia, rifiuto, disconoscimento ma anche dal riconoscimento dei propri mezzi e delle proprie possibilità che permette il confronto con la realtà e quindi il rapporto con gli altri.
Gli Autori, con punti di vista diversi, esplorano i principali aspetti psico-patologici, clinici e terapeutici delle anoressie e dei disturbi collegati.
Viene anche proposta la suggestiva convergenza degli studi di neuroimaging permessi con le nuove tecniche di Risonanza Magnetica funzionale tipo resting che per la prima volta mostrano le funzioni riconducibili al sé corporeo ed alle sue possibili implicazioni nei disturbi alimentari.
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