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Per sfuggire alle offese, la dignità calpestata può nascondersi, nell'attesa dell'ignoto, forse anche della follia o della morte. Ma l'attesa può aprire le porte pure alla speranza e la dignità non conduce necessariamente al dolore, alla malinconia, alla chiusura, può aprire a un'esperienza di relazione, l'incontro inatteso con quell'ignoto che è l'altro, al quale donare lacrime o sorrisi. La dignità si esplica allora nella forma misteriosa della gentilezza, nella forza della mitezza. Eugenio Borgna sonda il significato profondo di questo valore per la persona, esplora le espressioni oscure e luminose della dignità, interroga le storie di personaggi celebri come Giovanna d'Arco od Ofelia, e dà voce alla sensibilità di alcune sue pazienti, attraversando quella regione che si estende tra il dicibile e l'indicibile. La dignità è un attributo fondamentale della vita umana, costituisce un valore irrinunciabile ed è la fonte dei diritti.
È ciò che rende l'esistenza degna di essere vissuta, perciò richiede rispetto. Tuttavia capita che venga disprezzata, ferita, in particolare quando ci si trovi in una condizione di vulnerabilità nel confronto con la cura. Entrano qui dunque in gioco le grandi questioni di etica della medicina e del rispetto della persona, dell'umanità del paziente, della sofferenza del malato.
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