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In questo lavoro l’autore ci propone e illustra la forte corrispondenza fra il viaggio fantastico nelle profondità della terra (quello appunto descritto da Verne) e il viaggio interiore che ciascuno di noi vive durante l’intero corso della vita, spesso sapendone poco e lasciando non di rado nell’Inconscio i segreti e i misteri del proprio mito e delle proprie vicende. Buccola cerca di curare questa lacuna della nostra coscienza ponendo tutta la nostra attenzione e cura sull’importanza del viaggio interiore, non dimenticando di farlo anche attraverso alcuni paradigmi e passaggi tipicamente alchemici. Nel libro di Verne l’impresa parte dal vulcano islandese dello Sneffels - Buccola ha voluto non a caso, simbolicamente, usare proprio “Sneffels” quale nome per il suo nascente, contemporaneamente al libro, circolo psicoanalitico - dove il Gelo e il Ghiaccio si trovano in opposizione al Fuoco del Vulcano, la Terra in cui si entra all’Acqua dell’Isola dei Ghiacci e ai vapori, Geyser, che sanno evidenziare, quasi “concretizzare”, l’elemento invisibile eppur sempre presente dell’Aria. Il “viaggio al centro della terra” si conclude a Stromboli, proprio dirimpetto alle coste della Sicilia dei miti e della classicità, del mare profondo e inconscio con i suoi abissi, dell’emergere e riemergere dell’isola di Ferdinandea, la Sicilia di Gaetano Roberto Buccola. La riflessione sugli aspetti e i motivi del viaggio di ciascuno verso il proprio centro interiore, il proprio Sé, trae linfa dall’allusivo e fecondo contatto, dal rapporto vivo e costante con la metafora del romanzo Viaggio al Centro della Terra di Jules Verne; Buccola trova in quest’opera una suggestiva, efficace e appropriata metafora per parlare di quell’altro Viaggio, che riguarda ciascuno di noi e che a lui sta forse più a cuore: il Viaggio Interiore, il Viaggio dell’Anima e verso l’Anima. Un “viaggio fisico” quello del libro di Verne che nel lavoro di Buccola diventa “viaggio psichico”, con i propri motivi archetipali e le dinamiche connesse.
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