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Votato all’elaborazione di categorie logico-fisiche, che meglio supportano il suo interesse per come si pensa (piuttosto che cosa si pensa), Bruno ci presenta trenta soggetti astratti, centri di attrazione di altrettanti predicati, suddivisi in trenta categorie complesse - le statue - ciascuna formata da trenta voci. Il discorso si effettua assegnando al soggetto preso in considerazione il giusto attributo scelto fra i trenta disponibili e prosegue da sé, operando le proprie scelte all’interno di un numero di possibilità limitato e al tempo stesso aperto perché con le diverse combinazioni che se ne possono ottenere il ragionamento si apre all’imprevedibile ignoto. Claudio D’Antonio completa il suo lavoro sulla Clavis Magna, traducendone l’ultimo libro, in cui Giordano Bruno porta a termine il suo studio sull’Intelligenza Artificiale.
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