Salite in bicicletta Stelvio, Gavia, Pordoi, Mortirolo; Alpe d’Huez, Galibier, Izoard, Tourmalet; Lagos de Covadonga, Alto de El Angliru... Nomi evocativi del ciclismo professionistico internazionale, salite leggendarie che qualunque dilettante o amatore della bicicletta sogna di affrontare almeno una volta nella vita. Profondo conoscitore del mondo del ciclismo, Daniel Friebe ci accompagna lungo le 50 più grandi salite europee, in un coinvolgente crescendo che va dai 78 m del Koppenberg, in Belgio, l’“aspra pista di 600 m che punta dritta verso il cielo” dove anche il grande Eddy Merckx fu costretto a scendere e a proseguire con la bici in spalla, ai ‘mostruosi’ 3384 m del Pico de Veleta, la più alta strada asfaltata d’Europa, nell’assolata Andalusia.
La maggior parte delle ascese si snoda all’interno di paesaggi incontaminati che solo la bicicletta consente di ammirare in tutta la loro intima bellezza. Ne danno un’ampia testimonianza le fotografie di Pete Goding: gli incantevoli scenari sulle Dolomiti dal passo Giau e dall’arrivo della salita alle Tre Cime di Lavaredo, la vista del monte Bianco dal Col de la Faucille, o il contesto davvero unico del Cirque de Gavarnie, sui Pirenei – semplicemente “la più bella cosa che ci sia”, nelle parole di Gustave Flaubert –, ricompensano appieno lo sforzo richiesto al ciclista per raggiungerli. Ogni salita è corredata da accurate indicazioni pratiche, con mappe, statistiche e grafici altimetrici, che fanno del volume una guida completa con cui pianificare al meglio il proprio itinerario.
Un libro ricco di aneddoti, che farà la felicità dell’appassionato di ciclismo che ama seguire i propri beniamini comodamente seduto in poltrona, ma soprattutto ingolosirà i praticanti di ogni età, i quali potranno assaporare in anteprima fatiche ed euforia che accompagnano simbioticamente ogni impresa ciclistica in montagna. “Perché”, osserva Friebe, “come il cuore, anche le gambe tendono a soffrire per quel che non possono avere e fremono finché non riescono a raggiungerlo anche se averlo implica farsi del male”.