La storia, le tradizioni e i valori dei nativi americani – la venerazione per la Natura, il rispetto per i propri simili, il forte senso di appartenenza alla famiglia, alla comunità, alla nazione, la profonda ritualità che caratterizza le loro cerimonie – suscitano un interesse crescente perché suggeriscono un modo di affrontare l’esistenza diverso da quello contemporaneo, più ricco e in armonia con i cicli della Natura. Ma qual è la loro vera filosofia di vita? Come è potuta sopravvivere al loro eccidiogenocidio-etnocidio da parte dei conquistatori europei? Quali messaggi può ancora trasmettere a chi sia alla ricerca di una spiritualità meno corrotta e mondana di quella proposta dalle religioni tradizionali?
I libri sull’argomento di certo non mancano, ma sono spesso incompleti e superficiali. Wakan Tanka. Il grande sacro di Alessandro Martire, senza dubbio uno dei massimi conoscitori europei della realtà dei nativi americani, offre finalmente al lettore una risposta esauriente a queste domande mediante una lettura anticonvenzionale della storia della «scoperta dell’America».
Forte di un’esperienza compiuta in prima persona presso i Lakota Sioux e durata ben 28 anni, dopo aver analizzato criticamente l’assurda condotta dei bianchi che hanno usato il pretesto religioso di una fede ritenuta superiore per imporre ai nativi la loro cultura e la loro religione, l’autore presenta in questo libro un’importante documentazione – tra storia e folclore, religione e antropologia – sulla vita spirituale degli indiani, che considera un modello praticabile anche nella nostra società.