La forza di questo libro sta proprio nel calarci nell’avventura in cui noi tutti, senza saperlo, siamo coinvolti! È una sorta di libro della giungla all’inverso. Anziché raccontare le avventure di un cucciolo d’uomo che ritorna alla vita animale, narra le vicende di un analogo giovane che vive all’interno di una tribù selvaggia della foresta amazzonica e che cerca il modo per uscire dalla Tribù umana e il passaggio a un ‘dopouomo’. È, insomma, la leggenda dell’evoluzione, nella quale un posto assolutamente determinante viene svolto per l’appunto da “l’Antica dell’evoluzione” (una forma della Grande Dea), che corrisponde qui alla regina della tribù (attorniata da una generale incomprensione e, talvolta addirittura, da un odio più o meno celato dietro un rispetto carico di incomprensione e di ignoranza — è, a ben vedere, l’intera tribù umana che viene qui rappresentata).
Si tratta di una fiaba. O piuttosto di una leggenda. Sono talmente immerso là dentro... da non sapere più in che mondo mi trovo. In ogni caso, è un mondo di bellezza — ma è molto difficile riuscire a calare la Bellezza sulla terra. (dai Carnets d’une Apocalypse, II tomo, 27 agosto 1979). L’originalità e la grazia letteraria della penna di Satprem arriva in questo racconto a un suo vertice assoluto: le sue pagine suscitano in noi le più spontanee risate e, al tempo stesso, vanno a toccare le corde più riposte del nostro cuore, là dove trama, in segreto, un’aspirazione di libertà e di riscatto TERRESTRE da ogni bruttura, da ogni contraddizione. E, da autentico precursore qual era, Satprem traccia il quadro di una scena mondiale assai più attuale dell’epoca in cui fu scritto!