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Sappiate traboccare d’energia e non siate avari. Non cercate di tenere per voi, non trattenete: condividete! Fate in modo che l’attenzione per le persone e le cose divenga il vero e proprio centro della vostra esistenza.
Osho apre questa serie di discorsi su un tema praticamente senza origine: questo, infatti, è il viaggio dell’uomo, è la nostra ricerca, dietro qualsiasi idea della vita si abbia, al di là di qualsiasi proiezione motivi il nostro agire. Questa immediatezza non può rinunciare a rivestirsi di forme, se vuole proporsi come messaggio comprensibile all’uomo comune: ecco allora gli espedienti escogitati dai Maestri, che portano a comprensioni improvvise, vere e proprie implosioni di consapevolezza.
I dipinti dei Dieci tori dello Zen prima, le poesie poi, e infine i commenti si saldano in questa linea di immediatezza, creando un anello di congiunzione fra la realtà del “vuoto” che è la nostra natura originale e la capacità di penetrazione del discepolo. Capacità che non va fraintesa: noi non vediamo il nostro volto originale semplicemente perché abbiamo la testa girata da un’altra parte.
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