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È antico quanto l’uomo il tentativo di indagare sulle potenzialità della mente. Questi studi hanno sempre dovuto confrontarsi con l’esperienza di individui che mostrano caratteri straordinari, le cui abilità mentali sembrano addirittura “magiche”. A quasi quaranta secoli di distanza, il mago egizio Siosiri e il sensitivo torinese Gustavo Rol danno prova delle loro capacità extrasensoriali leggendo all’interno di papiri e libri chiusi; il profeta Alessandro nel II e Uri Geller nel XX secolo riescono entrambi (con un terzo occhio?) a vedere all’interno di rotoli e buste sigillate; Pietro Aretino nel Cinquecento e Max Maven agli albori del terzo millennio utilizzano le carte da gioco per “dimostrare” la possibilità di trasmettere il pensiero. Dovute a reali capacità o a trucchi da prestigiatore, tali capacità definiscono la cosiddetta “magia della mente”, la cui straordinaria storia – dall’Antico Egitto ai giorni nostri – è ricostruita in queste pagine attraverso testimonianze, aneddoti e… segreti. Eh, sì! Perché da sempre tale forma di magia ha intrecciato la propria storia con segreti custoditi con cura e dedizione, tramandati di generazione in generazione per lo straordinario potere che conferivano a chi li possedeva.
Con un’introduzione di Raul Cremona, La magia della mente è il primo libro che affronta la storia del “mentalismo” attraverso un’approfondita analisi della nascita, dell’evoluzione e dell’eterno ritorno, in forme sempre rinnovate, dei grandi temi della parapsicologia (telepatia, chiaroveggenza, precognizione e psicocinesi) ma anche – dal Settecento in avanti – dell’illusionismo teatrale, quando l’intrattenimento psichico conquisterà i teatri abbandonando la dimensione metafisica e spirituale per acquistarne una più istrionica e spettacolare.
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