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Che cos’è lo Stato? Che cosa si intende quando si parla di Stato, di atti di Stato, di ragion di Stato? Per alcuni lo Stato è un’istituzione creata per servire il bene comune, per altri, all’opposto, un apparato concepito per il mantenimento dell’ordine pubblico. Secondo Pierre Bourdieu, lo Stato è il nome che diamo a una serie di principi nascosti, invisibili, dell’ordine sociale e insieme del dominio.
Lo Stato è il detentore della violenza, non solo fisica, come pensava Max Weber, ma anche simbolica legittima, e l’ordine pubblico che garantisce non si basa semplicemente sulle forze di polizia e militari, bensì anche sul consenso. Lo Stato è un’illusione ben fondata, quel luogo che esiste essenzialmente perché crediamo che esista. Bisogna partire da qui per capirne le reali funzioni e le effettive dinamiche. La questione dello Stato, sebbene ne attraversi e tenga insieme tutta l’opera, non è diventata oggetto di un libro specifico di Bourdieu, che le ha però consacrato tre anni del suo insegnamento al Collège de France.
Concentrandosi sull’analisi della genesi dello Stato le sue lezioni contribuiscono a chiarire il mistero di questa entità illusoria che compie atti ufficiali, dotati di autorità, attribuendosene il mandato, e che costituisce lo spazio per i conflitti tra diversi campi la cui posta in gioco è la rispettiva posizione di potere. Il corso, ricchissimo di riferimenti a vari ambiti disciplinari, alla letteratura classica in materia e alle ricerche contemporanee, consente oltretutto di leggere un “altro” Bourdieu, che espone con grande chiarezza il proprio pensiero nel suo stesso farsi e la propria metodologia di ricerca. In un momento di crisi delle istituzioni statali quale il presente quest’opera, già accolta come un classico in Francia, offre gli strumenti critici necessari per una comprensione più lucida e profonda degli ambiti del dominio.
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