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Il primo gennaio 1994 nasce, nel sud del Messico, un movimento politico assolutamente nuovo. Si tratta di una insurrezione di contadini indios – lo "zapatismo" – che ha come portavoce il Sub-comandante Marcos, i cui messaggi circolano in tutto il mondo, e che si rivolge sia ai più miseri della Terra sia a tutti quelli che – antirazzisti, ecologisti, femministe, militanti no-global – si oppongono all'ordine mondiale neo-liberista. Tra il "sole dell'avvenire" e il disincanto post-moderno, tra l'intolleranza identitaria e la dissoluzione delle culture, lo zapatismo suggerisce un nuovo pensiero critico. Un pensiero e una pratica che mentre contestano l'onnipotenza capitalistica prendono anche le distanze dal leninismo e dal guevarismo fino a mettere in discussione i capisaldi del marxismo. Una rivolta indigenista, dunque, ma anche globalista. E, soprattutto, non-dogmatica. Una rivolta cui tutti possono liberamente ispirarsi. Questo libro è la più completa e aggiornata storia dello zapatismo, e spazza via tutto il folklore, la mitologia e la confusione mediatica che l'avvolgono.
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