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Viaggiatore implicato e reattivo, Augé prende nota mese dopo mese di andate e ritorni, del loro «ineguagliabile sapore dolce-amaro», dei resti fantasmatici che essi depositano nella memoria. L’altrove di tre continenti, dalle geometrie arroventate di Mexicali alle suggestioni cordiali dell’Emilia, filtra gli echi della Grande Storia, ma insieme aiuta a rimuovere gli stereotipi mediatici che ombreggiano la crisi planetaria o le vittime di Gaza, il neoletto Obama o la rivolta dei giovani iraniani. Ritroviamo, in Per strada e fuori rotta, l’intreccio di vicinanza e lontananza che ha sempre tramato i grandi taccuini di viaggio, e che riesce ancora a comunicarci, nell’orizzonte globale, i sussulti e le vertigini dello spaesamento.
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