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Possiamo quindi cogliere direttamente il libero fluire dei ricordi di Keynes: Melchior: un nemico sconfitto ci offre il magistrale ritratto di uno dei negoziatori tedeschi al tavolo della Conferenza di pace di Parigi, Le mie prime convinzioni ci fa invece rivivere l'atmosfera di Cambridge e Bloomsbury di inizio Novecento, allorché Keynes concepì alcune delle idee che lo avrebbero guidato per tutta la vita, condividendo altresì l'illusione – spazzata via dalla Grande Guerra – della sostanziale ragionevolezza della natura umana. E alla fine non potremo non sentirci davvero «privilegiati» leggendo questi scritti, che per la rara capacità di introspezione e di penetrazione psicologica, unita alla limpida prosa, si collocano senza dubbio, come afferma ancora Garnett, «tra le cose migliori uscite dalla penna di Lord Keynes».
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