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Norman O. Brown, filosofo eclettico e al di là di ogni schema, indispettiva più che mai i circoli intellettuali legati all’establishment. Questi inorridirono di fronte ad un’opera come Corpo d’amore (Il saggiatore, 1966), che divenne invece un bestseller e un libro di culto fra i giovani che battezzarono Norman “il filosofo dell’allegria”. In Apocalisse e/o Metamorfosi Brown scrive che “la tradizione profetica è un tentativo di dare una direzione alla struttura sociale precipitata dalla rivoluzione urbana; di risolvere le sue contraddizioni interne; di porre fine all’ingiustizia, alla disuguaglianza, all’anomia, allo stato di guerra... che hanno caratterizzato la sua storia sin dall’inizio”. Unendo la sua ad altre voci profetiche, da Maometto a Blake e a Emerson, Brown ci offre ulteriori spunti di meditazione sulle pecche della civiltà occidentale e sui loro possibili rimedi. Si spiega così la dualità del titolo: crisi e speranza di cambiamento. In queste pagine poetiche e filosofiche allo stesso tempo, Brown spazia dalla mitologia greca, all’islam, a Spinoza, e a Finnegan’s Wake. La raccolta comprende un saggio autobiografico dedicato a una riflessione sul proprio percorso intellettuale. L’ultimo saggio, “Dioniso nel 1990”, attinge a Freud e alle opere di Georges Bataille per collegare i (recenti) cambiamenti dell’economia mondiale alla pulsione primordiale dell’umanità all’accumulazione, allo spreco e alla morte.
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