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Le Havre non è solo una cittadina portuale, famosa per i suoi intensi scambi commerciali. Ma per i clandestini è una meta agognata, dalla quale imbarcarsi per l’Inghilterra mediante un piccolo tragitto sulla Manica. Quelle navi merci che per noi sono simbolo di ricchezza e di commercio, per gli immigrati sono un nascondiglio per raggiungere la “terra promessa”. È questa la storia di Idrissa, un ragazzino che arriva dall’Africa, perennemente inseguito dalla polizia e con il grande sogno di ricongiungersi con la famiglia che si trova a Londra. Incontra un angelo custode, l’anziano Michel, un lustrascarpe dall’animo sensibile e artistico, il quale cercherà di aiutarlo in tutti i modi. In Le Havre ci sono i tipici personaggi di Kaurismäki sospesi tra Chaplin, l’estetica degli anni cinquanta, una dimessa eleganza e un’icastica bontà, come già in quel Nuvole in viaggio che nel ’96, con le sue battute glaciali e i colori da modernariato ante litteram, sedusse la Croisette e portò finalmente fuori dalla Finlandia il nome di Kaurismäki.
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