|
In questo libro è anche raccontata, con tutte le sue paure e crisi, la scelta di un radicale cambiamento di vita, che ognuno di noi ha sempre sognato e che i protagonisti hanno avuto il coraggio di tentare: il passaggio dalla dimensione del lavoro dipendente in seno all'enorme formicaio della metropoli, alla dimensione "rurale" di una grande cascina circondata da colline e boschi, alla ricerca di una vita più semplice e dai ritmi più naturali. Senza soldi ma con tanta fiducia. E qui, con il consueto umorismo che percorre tutto il libro, il protagonista racconta, scoprendoli su di sé, quali sono gli insospettabili handicap mentali e fisici che lo stile di vita urbanizzata e consumistica genera in chi ci abita per troppo tempo
Il libro non contiene racconti eccezionali, o fatti memorabili, o profondi escursioni nelle regioni del pensiero, ma fatti ed episodi reali che un giorno hanno causato uno strappo al velo della quotidianità regalando qualche attimo di sorpresa al viaggiatore più annoiato del mondo: l'uomo comune. Questi fatti, che non sono stati registrati da nessuna cronaca, e che normalmente vengono dimenticati da chi li ha vissuti non appena il "varco" si richiude, sono a loro modo sintomi di un mondo che alimenta negli strati più profondi idee rivoluzionarie, germi di una anarchica ribellione all'ordine costituito delle cose (come il tizio che si mette improvvisamente a urlare nel metrò), di un mondo in continuo cambiamento (come gli incontri con i mendicanti gentili) o di un recupero di ideali più legati alla dimensione naturale e spirituale dell'esistenza.
|