Il problema dei luoghi plurali della terra, a confronto con la crescente omologazione della tecnica planetaria, è stato argomento di riflessione per tutto il pensiero filosofico che va da Nietzsche a Heidegger, a Jünger.
Si tratta di interrogarsi sulla possibilità di aprire, nella deterritorializzazione contemporanea, un discorso geosimbolico che, ricomponendo in prospettiva inedita estetica, geografia e filosofia, pensi il paesaggio non tanto come una collezione ideale di scorci o il distillato della bellezza naturale, ma come il palinsesto sedimentato e complesso della nostra identità culturale, il luogo del nostro abitare sulla terra nell’epoca difficile e contraddittoria del nichilismo