Negli anni berlinesi Hegel si immerse in un studio approfondito delle civiltà del lontano Oriente, a cui dedicò ampio spazio nei corsi di lezione e, in particolare per l’India, una lunga recensione alle conferenze di Humboldt sulla Bhagavadgita.
Rispetto all’immagine spesso ancor oggi diffusa del filosofo come novello Minosse, che nei confronti dei popoli giudica e manda secondo ch’avvinghia, l’interpretazione dell’Oriente si presenta assai stratificata, giocata su nerbi concettuali ed un accurato lavoro storico, figurando come una chiarissima testimonianza dell’inesausto tentativo di Hegel di comprendere concettualmente un materiale documentario complesso e spesso contraddittorio.
Poggiando anche sulle nuove edizioni dei corsi di lezione, questo volume studia i “viaggi” di Hegel in Oriente, facendone emergere le relazioni sotterranee coi concetti chiave delle dimensioni spirituali di volta in volta toccate e la differenza d’impostazione con le interpretazione di autori coevi e precedenti.